E' un clochard anomalo il Dante, classe 1899, colui che ci accompagna per la Milano del 1969, mettendone in mostra i vizi, le strade, gli abitanti, la storia andata e quella presente degli anni di piombo. Il Dante è diverso e lo sa. "Lui non ha ritegno a mostrarsi, ché a fargli mantenere la testa alta è la cultura di cui nella sua famiglia adottiva si è nutrito fin da piccolo: non si
sente inferiore, semplicemente non ha nessuno a cui rendere conto; non ha mai chiesto l'elemosina, ma accetta quello che la gente gli offre in cambio di un calembour, di una storia ben raccontata o della recita di una poesia".
Vagare, vagabondo: parole che ha sempre sentito sue, fin da piccolo. "Voglie di manoscritti in bottiglia, Ulisse coi suoi itinerari di avventura e conoscenza, fughe dalla casa dei padri alla maniera dei personaggi di Mark Twain". Infatti nella vita, il Dante, non ha fatto altro che fuggire.
Passin passett, sul tema de Le Quattro Stagioni di Vivaldi, che ti sembra di sentirle mentre leggi, si ripercorrono le medesime stagioni del Dante in quel 1969: incontri i suoi amici, ascolti i milanesi per strada, sei testimone dei tempi che stanno cambiando, nel bene e nel male.
Diventi barbone con lui: hai caldo, freddo, fame, sete, ridi, piangi, pensi e ricordi. Parli con la morte: "Se la vita fosse un libro, ciascuno di noi 'l sarìa el scrittor, e allora sì che ci sarebbe strapparsi i cavèj, perché non possiamo correggerla né riscriverla meglio".
E cammini, cammini, cammini, fino ad arrivare nel cuore pulsante della città, là dove tutte le strade che il Dante ha percorso nella sua vita si incontrano, in autunno inoltrato.
Laura Pariani ha scritto un romanzo profondo, raffinato e pittoresco, impregnato di musica e di poesia. La fanno da padrona la lingua, il dialetto, Milano. Un libro che non mi dimenticherò mai, che mi ha lasciato un segno. Chi è di Milano, non può non leggerlo. Chi non è di Milano ha un'occasione per comprendere meglio la città meneghina, come è oggi e come fu.
Genti, stee alégher.
Laura Pariani
"Milano è una selva oscura"
Einaudi
ISBN 978 88 06 19995 1
pagg. 179
Secondo me è un libro straordinario, non solo per le cose che racconta, ma anche per come le racconta. La lingua - con un misto di italiano e milanese, soprattutto quello dimenticato - è sorprendente, non concede nulla, obbliga e "entrare".
RispondiEliminamassimo cassani