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lunedì 5 maggio 2014

Ho letto LA RAGAZZA DEI COCKTAIL

Grazie alla caparbietà dell'editore Charles Ardai, che dopo nove anni di ricerca è riuscito a rintracciare il manoscritto - come racconta egli stesso nella postfazione al libro - quello che potete avere tra le mani è l'ultimo romanzo di James M. Cain, pubblicato in tutto il mondo a distanza di trentacinque anni dalla sua morte, in Italia da ISBN Edizioni.
"La ragazza dei cocktail" è infatti l'ultima dark lady di Cain e, una volta fatta la sua conoscenza, non potete non cadere nella sua rete ammaliatrice, lasciandovi letteralmente rapire dalla sua storia palpitante e misteriosa, da godere fino all'ultima pagina.

Immagine tratta dalla fascetta del libro scaricata dal sito di ISBN edizioni,
l'illustrazione è di Michael Koelsch

Il libro si apre con il funerale del marito violento e alcolizzato di Joan Medford, morto in circostanza misteriose dopo un incidente automobilistico. Al verde, sospettata di omicidio e con un bambino piccolo da mantenere, la ventunenne e sexy vedova si vede costretta ad accettare un lavoro come cameriera al Garden of Roses: dovrà servire ai tavoli vestita con hot pants e camicetta, e lei sa che più disinvolta si mostrerà e meno lascerà spazio all'immaginazione circa le sue forme fisiche, più le mance saranno cospicue.
Tra i clienti del bar vi sono Tom, un bel giovane ambizioso, allegro, sfrontato e molto, molto attraente e Earl K. White Terzo, un uomo anziano, palliduccio, molto milionario e affetto da angina pectoris, costretto a vivere con le pastiglie di nitroglicerina a portata di mano. Entrambi vorrebbero cadere ai bei piedini di Joan, ma la bella maliarda non sa se lasciarsi andare al più focoso degli istinti o se cedere alla tranquillità economica . Dopo essersi decisa, la storia prenderà una piega che ben si addice al temperamento intraprendente e disinvolto della nostra lady.

Nel romanzo vi sono echi dei famosi capolavori di Cain, Il postino suona sempre due volte, La morte paga doppio, fino a Mildred Pierce, ma non ci si deve lasciare ingannare, perché i colpi di scena sono tanti e fino all'ultima pagina.

L'originalità ed il coinvolgimento di questo romanzo - come fa notare Ardai sempre nella postfazione - stanno nel fatto che il lettore dipende assolutamente da Jane: Cain scrisse nei suoi appunti che tutto il libro deve ruotare intorno all'odore caldo, intimo, sudato, femminile del bar. E' Joan a dare il tono - la sua camminata, i suoi vestiti, il profilo delle sue gambe, il suo odore...

Ed è Jane stessa che ci racconta la sua storia, quindi sorge spontanea una domanda: le dobbiamo credere?

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