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mercoledì 11 settembre 2013

The Man Booker Prize 2013 - SHORTLIST

La sestina finalista (fonte: sito del premio)
Ieri è stata annunciata la sestina finalista de The Man Booker Prize 2013 , il prestigioso premio letterario assegnato ogni anno al miglior romanzo scritto in lingua inglese da un cittadino del Commonwealth delle Nazioni, dell'Irlanda e dello Zimbawe.
E' un premio da me amato e seguito, a partire dall'annuncio della longlist (solitamente una dozzina di titoli, quest'anno 13), dai quali vengono poi selezionati i sei finalisti con l'annuncio della shortlist, appunto, per poi decretare, ovviamente, il vincitore, quest'anno il 15 ottobre.
Il Booker Prize garantisce vendite e successo tra gli anglo-lettori, e tremendi attacchi libridinosi da parte mia quando vengono pubblicati in Italia i romanzi selezionati, vincitori o non.
Solo l'anno scorso ricordo con quale emozione ho acquistato Narcopolis di Jeet Tahyil (Neri Pozza), come l'ho letto tutto di un fiato e quanto l'ho amato. Io l'avrei fatto vincere, ma il premio fu assegnato, certo meritatamente, a Hilary Mantel per Bring Up the Bodies, pubblicato in Italia con il titolo di "Anna Bolena, una questione di famiglia" (Fazi). Di solito a me piacciono un po' tutti i romanzi del Booker Prize,  Vita di Pi di Yann Martel,  Il Senso di una Fine di Julian Barnes (magnifico!), Arrivano i Sister di Patrick deWitt, La Tigre Bianca di Aravind Adiga, i Melrose, Mare di Papaveri, La Casa di Vetro, Chesil Beach, Espiazione, Hotel Word, Paddy Clarck ah ah ah - ti adoro Roddy!- e altre meraviglie.

Quest'anno i sei fortunelli ( e bravi) sono:
Jhumpa Lahiri con The Lowland (Bloomsbury), romanzo che in Italia uscirà tra poco, il 12 settembre, edito da Guanda, con il titolo "La moglie" - ovviamente sarà MIO!
Jim Grace con Harvest (Picador) conosciuto in Italia sempre grazie alla casa editrice Guanda (Una storia naturale dell'amore, Tutto ciò che abbiamo amato, La dispensa del diavolo, e altri)
l'irlandese Colm Tòibìn con The Testament of Mary (Penguin), conosciuto in Italia soprattutto per The Master (Fazi) e pubblicato da Fazi e da Bompiani
Ruth Ozeki con il suo romanzo A Tale for the Time Being (Canongate), ambientato nella moderna Tokio - che non vedo l'ora di leggere - di cui noi conosciamo Carne (Einaudi)
la giovanissima (28 anni) Eleanor Catton con The Luminaries (Granta), la cui trama ed ambientazione si discostano molto dallo stupendo La Prova (Fandango), ma la scrittura sarà come sempre magnifica
e la novella NoViolet Bulawayo con We Need New Names (Chatto&Windus) che devo assolutamente leggere, solo per il nome dell'autrice.

Questa la sestina! Ora spettegoliamo?
Gli anglo-lettori hanno avuto la fortuna di leggere già i romanzi selezionati per il Booker Prize, allora sono andata a sbirciare su Goodreads i voti. La media più alta la detiene Jhumpa Lahiri (4.11/5.0), ma la prima della classifica dei lettori chiamati a votare il miglior titolo della shortlist è Eleanor Catton. 
Inoltre, per la categoria degli esclusi, i lettori, tra i titoli della longlist, avevano assegnato addirittura il secondo posto a Colum McCann (in Italia edito da Rizzoli - bellissimo "Questo bacio vada al mondo intero) con TransAtlantic (Bloomsbury) ed il terzo a Donal Ryan con The Spinning Heart (Doubleday).

Attendo trepidante  e pubblicate editori italiani, pubblicate, please!

Nel frattempo mi metto in fase di aggiornamento...

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