Sediamo al tavolo con la tovaglia incerata, spalmiamo di burro una fetta di pane, sorseggiamo una tazza di tè o di caffè col latte scremato e, solo quando trovo la confidenza necessaria, mi scappa di rollarmi una sigaretta. Le squisitezze le portano loro, talvolta, pasticcini e fette di torta che passa la cuoca. Niente di più. Quando rimango di nuovo sola, raccolgo le loro battute e le storie che mi raccontano su un quaderno di scuola.
Sono una voce narrante e, anche a costo di barare, vorrei parlarvi di loro.
Il racconto di una passione ostinata.
Per qualcuno, un Requiem.
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